La Madonna Pellegrina

Il passaggio della Madonna pellegrina nel (2-3-4 Ottobre 1951) fu un vero e proprio evento, una festa memorabile di luce e devozione

 

Dopo gli anni oscuri della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia si rifugiava nella fede e nella speranza. Era un periodo di ricostruzione, non solo fisica, ma anche spirituale. In quegli anni, tra il 1946 e il 1951, si diffuse in quasi tutte le diocesi italiane un evento che avrebbe segnato profondamente il tessuto sociale e spirituale del Paese: la “Peregrinatio Mariae”, meglio conosciuta come “Madonna Pellegrina”.

Tradizioni pellegrina 3 1200
Giovani al II Doloroso

Anche Dego, conobbe l’onore e la gioia di accogliere la Madonna Pellegrina. Fu un momento di grande festa e di rinnovata fede per l’intera comunità. Le strade del paese vennero addobbate con lenzuola bianche e fiori di carta, mentre la facciata della chiesa e il campanile brillavano di luci festose.

L’arrivo della statua della Madonna Pellegrina non fu solo un evento di una giornata, ma un’occasione per unire ancora di più le persone del paese. Ogni dettaglio era curato con amore e dedizione: gli addobbi, i fiori, le luci. Dopo una cerimonia di accoglienza solenne, si organizzarono processioni per le vie del paese, culminanti nella consegna della statua alla parrocchia successiva.

L’arrivo della Madonna Pellegrina fu motivo di grande festa, non solo i giorni del passaggio ad ottobre ma fu tutta l’organizzazione dell’evento che unì ancora di più tutte le persone del paese. Per l’arrivo della Madonna l’intero paese fu addobbato con lenzuola e fiori di carta, la facciata della chiesa e il campanile furono illuminati con delle file di luci che partivano dal tetto e dalla cupola del campanile. Ovunque si prepararono addobbi, fiori e luci.

Ma ciò che rese davvero unico l’omaggio di Dego alla Madonna Pellegrina furono i quindici quadri viventi, rappresentati da tutti i giovani, che riproducevano i misteri del Santo Rosario. Ogni quadro era un capolavoro di bellezza e devozione, con scritte luminose in rosso e fiori che accentuavano l’intensità di ogni momento sacro. Lungo il percorso, le soste erano oasi di fiori e luci, mentre tutte le chiesette risplendevano di luce, completando il quadro suggestivo della festa.

L’entusiasmo e la partecipazione della comunità furono palpabili, tanto che ogni casa, anche la più remota, si svuotò per prendere parte ai festeggiamenti. Le persone affluivano da ogni angolo del paese e delle frazioni circostanti, dando vita a una vera e propria apoteosi di fede e gioia. In alcune frazioni, rimase soltanto una persona a fare la guardia, perché le case erano letteralmente vuote.

Le cifre non potrebbero mai rendere giustizia alla grandiosità dell’evento, ma si sa con certezza che migliaia di persone affollarono le strade di Dego, provenienti da parrocchie vicine e anche da città più distanti.

I treni verso Dego vennero presi d’assalto, con centinaia di biglietti venduti per l’occasione. Solo all’ultimo treno serale diretto a Savona vennero venduti ben 600 biglietti, senza contare quelli relativi agli altri treni partiti in direzione di Acqui e Savona. A Dego, un’affluenza così massiccia non si era mai vista prima.

A fine ottobre del 1951, il pellegrinaggio della Madonna Pellegrina si concluse ad Acqui, ma il suo ricordo rimase indelebile nei cuori di tutti coloro che avevano preso parte a quella straordinaria manifestazione di fede e devozione. Su impulso del Vescovo Mons. Giuseppe Dell’Olmo, si decise di erigere un Santuario dedicato alla Madonna Pellegrina, quale segno tangibile di quell’esperienza unica e indimenticabile. In soli due anni, il Santuario fu completato e aperto al culto, diventando un luogo sacro di venerazione e rifugio per i fedeli della zona.