Icona della Sampdoria e leader del Vicenza
Giancarlo Salvi
Dego, 23 febbraio 1945 – Vicenza, 6 maggio 2016
Nato a Dego nel 1945, ha trascorso dodici stagioni con la squadra blucerchiata, debuttando in Serie A nel 1963. Nonostante un fisico non imponente, si è distinto come goleador grazie alle sue doti calcistiche. Ha segnato una rete decisiva nello spareggio contro il Modena nel 1964, evitando la retrocessione della Sampdoria. Altre stagioni di successo sono state sotto la guida di Fulvio Bernardini, in particolare nel campionato cadetto 1966/67, concluso con la promozione in Serie A. Molti Deghesi ricordano ancora quando, bambini, giocavano a calcio alla stazione con lui, e la soddisfazione che ebbero a vederlo giocare in serie A. Curioso il modo in cui venne scoperto. Quando aveva 14 anni, durante un provino a cui partecipavano osservatori di diverse squadre, dopo appena 10 minuti di test un signore lo prese da parte e gli disse: “Vai via”. Giancarlo subito non capì ma poi si fece sostituire. Il signore era della Samp e non voleva che lo vedessero gli altri osservatori.
Salvi ha totalizzato 328 presenze e 56 reti con la Sampdoria, vivendo anche periodi difficili, come la retrocessione del 1966/67 sotto la guida di Heriberto Herrera. Nel 1976, Eugenio Bersellini lo cedette al Vicenza, e l’anno successivo la Sampdoria retrocesse in Serie B. Dopo il ritiro dal calcio nel 1981, ha intrapreso attività imprenditoriali, diventando socio in affari di Paolo Rossi nel settore dell’edilizia. La sua carriera è ricordata per le gesta calcistiche e la lunga militanza nella Sampdoria.
La carriera di Giancarlo
STAGIONE – SQUADRA – SERIE – PRESENZE – RETI
1963-64 SAMPDORIA A 22 4
1964-65 MILAN A 2 0
1965-66 SAMPDORIA A 29 11
1966-67 SAMPDORIA B 38 12
1967-68 SAMPDORIA A 26 1
1969-70 SAMPDORIA A 22 3
1970-71 SAMPDORIA A 28 8
1971-72 SAMPDORIA A 23 2
1972-73 SAMPDORIA A 26 6
1973-74 SAMPDORIA A 18 1
1974-75 SAMPDORIA A 25 0
1975-76 SAMPDORIA A 11 0
1976-77 VICENZA B 36 5
1977-78 VICENZA A 30 1
1978-79 VICENZA A 28 0
1979-80 VARESE C1 30 8
1980-81 VARESE B 1
Dal Giornale di Vicenza – Venerdì 8 ottobre 2021
Il regista, il leader, il trascinatore. L’uomo semplice, che amava la famiglia e aveva sempre un pensiero per gli altri
Giancarlo Salvi ha scritto la storia biancorossa con l’infinito sulla schiena.
L’8 infatti, era il numero che lo qualificava in campo e tuttora lo identifica, perché se chiedi ad un tifoso biancorosso, quello è il numero di Giancarlo Salvi, del giocatore che aveva una visione di gioco straordinaria e faceva fare gol all’amico fraterno, anzi al fratello Paolo Rossi.
È stato il regista, il cervello, il metronomo, l’organizzatore del gioco di una squadra che era bellissima da vedere, che ha strappato applausi e ha fatto sognare. A Vicenza ha giocato tra il 1976 e il 1979 (94 presenze e 6 gol) e poi si è rivisto in maniera fugace nella stagione 1980-1981 (con una sola apparizione in campo). Ovviamente viene ricordato per la straordinaria cavalcata dalla serie B ai vertici del calcio nazionale. Certo, quella era la squadra di Gibi Fabbri e di Pablito Rossi. Ma molto passò attraverso il piede educato di quel signore del centrocampo giunto dalla Liguria, al tempo uno dei “veci” della squadra, cui piaceva prendere per mano i giovani, aiutarli nell’inserimento e far loro da Cicerone, portandoli anche al ristorante. Perchè per l’ex centrocampista del Lane il gruppo si costruiva sì in spogliatoio, ma anche a tavola. Salvi era il faro del Real.
La statura dei leader, si sa, emerge quando la nave è in mezzo alla tempesta. E il popolo del Menti sa quante volte Salvi ha stretto i denti e ha portato il veliero al sicuro.
Una per tutte. Stadio Menti, 13 marzo 1977: il Vicenza, lanciato verso la serie A, affronta il Cagliari. Partita terribile: i biancorossi alla fine ce la faranno, i sardi vedranno infrangere il sogno della promozione dopo gli spareggi da batticuore con Pescara e Atalanta. Vicenza-Cagliari è una sorta di pre spareggio. Match difficile, grandi firme: se il Vicenza ha Pablito i rossoblu hanno Virdis. Ma non è gara per numeri nove. Servono ordine, disciplina e lucidità. Serve un gol di Giancarlo Salvi, che a pochi minuti dalla fine la sfanga. 1-0 e serie A che si avvicina.
È difficile trovare aggettivi per la stagione successiva.
Il Lanerossi Vicenza, matricola con la salvezza nel mirino, compie un autentico miracolo e arriva a un passo dallo scudetto. Gioco spumeggiante, applausi in tutta Italia e un secondo posto che vale la qualificazione alla Coppa Uefa. Salvi, che in carriera ha indossato a lungo la maglia della Samp (di cui è considerato una bandiera con oltre 300 presenze e quasi 60 gol) e ha giocato anche con il Milan, compagno di un certo Gianni Rivera, e con il Varese, teneva per mano quel gruppo («prima di tutto di amici», amava ripetere). Ma la favola durò poco, perché nel 1978-1979 non si riuscì ad evitare un’inattesa retrocessione in B. Salvi salutò il Vicenza, per poi tornare da dirigente. Nel frattempo si era mosso anche fuori dal mondo del pallone.
Curiosamente, sempre con amici legati al rettangolo verde: con Paolo Rossi lavorava in ambito immobiliare mentre con Marcello Lippi (con il quale aveva vissuto assieme ai tempi della Sampdoria) operava nel ramo assicurativo. Terminata la carriera, Salvi ha potuto dedicarsi al tennis, altra grande passione assieme al calcio.
E morto a 71 anni e solo molti anni dopo aver appeso le scarpe al chiodo confessò ai familiari che aveva sofferto tantissimo il distacco da casa a 14 anni, quando a piccoli passi cominciò la sua grande avventura nel calcio.
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