La religione
Il Convento della Trinità e la parrocchiale di Sant’Ambrogio. Ma ogni frazione ha la propria chiesetta, dove annualmente viene celebrata la messa e organizzata una piccola festa in onore del Santo patrono.
La certosa della Trinità
A Dego siamo orgogliosi di accogliere nel nostro pese uno il Convento della Trinità delle monache certosine. L’esistenza delle monache certosine risale quasi agli albori dell’Ordine certosino e questo ramo femminile ha accompagnato l’Ordine per oltre otto secoli e mezzo. Quando San Bruno e i suoi seguaci arrivarono nel deserto di Chartreuse nel 1084, cercavano un luogo solitario per rivivere in Occidente la tradizione degli antichi Padri del Deserto: una vita consacrata alla preghiera, alla solitudine, alla conversione e alla povertà. Le Certosine hanno condiviso con i monaci le stesse dure prove nella loro storia. Durante la Rivoluzione Francese nel 1794, tutte le Certose femminili furono chiuse, ma nel 1816, nonostante le difficoltà, le poche monache rimaste fecero rinascere il ramo femminile dell’Ordine, una tradizione che è proseguita senza interruzioni fino ad oggi. Tutte le monache furono disperse durante la Rivoluzione francese, ma quando i monaci tornarono alla Grande Certosa, le sopravvissute si riunirono vicino a loro. In seguito, minacciate di espulsione durante le leggi anticlericali in Francia all’inizio del XX secolo, metà di quella comunità di Beauregard (soprattutto novizi e anziani) si trasferì in Italia, nella diocesi di Torino, a San Francesco. Da allora, le due case prosperarono indipendentemente. Il convento francescano di San Francesco non era adatto alla vita solitaria delle monache certosine, e desideravano un luogo più conforme alla loro vocazione. Approvando questa richiesta, i superiori fecero costruire un monastero con celle separate, seguendo il tradizionale piano delle certose. Così, nel 1994, la comunità si trasferì a Dego, nel nuovo monastero chiamato Certosa della Trinità, la cui chiesa fu consacrata dopo Pasqua del 1996.
Fin dall’inizio, la comunità delle monache Deghesi ha abbracciato diverse nazionalità, mantenendo uno stretto legame con le altre case dell’Ordine e mostrando un’ampia apertura verso altre culture. La comunità ritiene un dono il fatto di essere relativamente vicina a Roma, cosa che le permette di sentire una tangibile comunione con la Chiesa.
La solitudine e la spiritualità richiedono una separazione reale dal mondo per consentire alla vita spirituale di fiorire. La vita solitaria le consente di elevare la lode a Dio e di offrire se stessa per le necessità degli altri. Il “deserto” che circonda il monastero è un luogo isolato, montuoso, permeato di bellezza che separa e, al tempo stesso, avvicina. Gli spaziamenti settimanali fuori dal monastero permettono una camminata entro i limiti del “deserto”, che può comportare diversi chilometri di percorso.
La vita delle monache si svolge principalmente all’interno delle mura del monastero, esteso su diversi ettari. La clausura implica il vivere all’interno di un’area dalla quale si esce solo in circostanze eccezionali o durante lo “spaziamento”, una pratica regolare. Questa tradizione secolare è sancita dalla legge della Chiesa ed è considerata una “clausura sacra”, manifestando visibilmente l’appartenenza esclusiva al Signore.
Nella Certosa, la separazione dal mondo comporta una limitazione significativa dei mezzi di comunicazione sociale. Non è presente la televisione né la radio, e l’uso di Internet e del telefono è riservato alle monache con specifici compiti nel monastero. La corrispondenza epistolare è sobria e limitata ai parenti. Tuttavia, annualmente, per due giorni, le famiglie possono essere accolte nella foresteria del monastero. Nel tempo, sia le monache sia le loro famiglie sperimentano un legame che, pur non basandosi su contatti frequenti, è più profondo.
Il Convento della Trinità è organizzato secondo quelli che sono i dettami dell’ordine. La cella della monaca certosina è come una piccola dimora con un giardino, un universo autonomo in cui può vivere e lavorare senza dover uscire. Pasto, sonno, lavoro, lettura e preghiera trovano qui il loro spazio abituale. È un luogo dedicato alla Presenza, alla preghiera solitaria, al lavoro isolato.
Sa che il silenzio di Maria, che meditava ogni cosa nel suo cuore, è una fonte inesauribile di luce e forza. Questo aiuta la monaca a trovare Dio nel quotidiano, anche se sembra composto solo da attività apparentemente insignificanti: cucire, leggere un libro, consumare un pasto.
Le altre certose femminili:
FRANCIA
Chartreuse NOTRE-DAME – Reillanne
Chartreuse de NONENQUE – Marnhagues-et-Latour
ITALIA
Certosa della TRINITÀ – Dego
SPAGNA
Cartuja de Santa María de BENIFASAR – Puebla de Benifasar
COREA DEL SUD
Chartreuse de l’ANNONCIATION – Daewonli
L’area ecclesiastica (Diocesi) e le chiese di Dego
Dego fa da sempre parte della diocesi di Acqui. Come detto a Dego ogni frazione ha la propria chiesetta. Qui di seguito trovate solamente le principali.
- Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio in centro paese, venne ricostruita nel 1810 sul luogo di un antico edificio preesistente.
- Chiesa di San Rocco in centro paese (in prossimità del ponte sotto al castello), del XVII secolo.
- Chiesa parrocchiale dell’Annunziata nella località Castello, in stile barocco e con pietre a vista, preceduta da un porticato.
- Chiesa parrocchiale di San Massimo nella località di Brovida.
- Oratorio di San Maurizio nella località di Brovida, del XVII secolo.
- Chiesa di Santa Maria Assunta, antica pieve e parrocchiale, con strutture murarie romaniche e pitture gotiche.
- Chiesa parrocchiale di San Maurizio nella località di Niosa, con abside romanica.
- Chiesa parrocchiale di San Marco Evangelista nella località di Santa Giulia, del XV secolo.
- Oratorio di San Giovanni Battista nella località di Santa Giulia, del XV secolo.
- Chiesa di San Antonio Abate e Lorenzo Martire nella località Porri